1. Siate curiosi e attenti. Al
bambino, a ciò che desidera realizzare, a ciò che prova. “Perché mi sta
facendo questa domanda? Come si sente? Che faccia fa?”.
Non concentratevi su ciò che dovete rispondere ma su ciò che vi sta chiedendo.
2. Il bambino è competente: lui sa quello che vuole realizzare e ha le risorse per farlo. Se vi sembra molto indeciso, aspettate con fiducia.
Voi dovete solo facilitarlo, magari proponendo alternative. Ma solo lui può trovare la “sua” soluzione.
3. State a fianco, non davanti. Intervenite solo su
richiesta del bambino stesso per aiutarlo a superare le eventuali
difficoltà tecniche che può incontrare durante la realizzazione.
Chiedetegli cosa farebbe, prima di dare la soluzione “giusta”.
4. Gli errori ci piacciono: incoraggiare il bambino a
fare quello che desidera senza paura di sbagliare, perché anche dagli
errori si possono imparare cose nuove e sorprendenti.
Del resto anche noi sbagliamo, no?
5. Incoraggiate: mostratevi soddisfatti di vederli
agire autonomamente e ditegli cosa stanno facendo bene. Se gli dite cosa
fanno in modo corretto, sapranno rifarlo.
Se sostenete i tentativi, avranno voglia di proseguire perché si
sentiranno capaci, sapranno di potercela fare. E ci interessa più questo
del risultato finale.
6. Non dite “NON”: tutte le frasi possono essere dette in modo positivo pur mantenendo lo stesso messaggio.
“Non dovevi fare così” diventa “Prova a fare in questo modo”.
7. Divertitevi! Il gioco è una cosa molto seria: bisogna prepararsi, ma soprattutto bisogna stare e essere motivati.
Più che tante cose che direte, passerà la vostra passione!
Le 7 regole d’oro per il mentor sono di Barbara Laura Alaimo
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