venerdì 14 marzo 2014

15 Marzo 2014 Coder Dojo Cagliari: esperienza straordinaria.

Esperienza straordinaria oggi nel Tiscali Open Campus per il primo Coder Dojo della Sardegna. Trenta bambini hanno scoperto le potenzialià del linguaggio di programmazione visuale Scratch e sono rimasti due ore, dalle 15 e 30 alle 17 e 23, incollati agli schermi dei portatili, sotto la guida del mentor Pier Giuliano Nioi. Grande interesse e partecipazione da parte dei ragazzi, impegnati nella costruzione di un proprio ambiente di gioco, tanto che non si sono voluti fermare neppure per far merenda.
Ecco il video (1h 14'):

Nel frattempo i genitori dei bambini hanno invce seguito il seminario di Anna Rita Vizzari e due sue tre allieve della scuola media di Sestu (Alice Murru, Chiara Argiolas, Silvia Pisano) sul tema: “Ragazzi e apprendimento informale mediante BYOD e social”.




Coder Dojo Cagliari nella mappa coderdojoitalia.org


martedì 11 marzo 2014

Coder Dojo, la tecnologia per i ragazzi (Manuela Vacca, L'Unione Sarda, 11 Marzo 2014)

Leggere, scrivere e far di codice. Oggi è più importante che mai, e meglio, che i ragazzi frequentino una palestra di programmazione, imparando e divertendosi allo stesso tempo. Sulla scia del movimento internazionale Coder Dojo, anche a Cagliari parte un laboratorio gratuito di creatività informatica e di programmazione giocosa dedicato ai giovanissimi con lo scopo di avvicinare i ragazzi all'arte della programmazione in maniera informale.
Il primo Coder Dojo Cagliari nasce, su base volontaria, dall'incontro fra realtà locali che si occupano di divulgazione scientifica e animazione tecnologica - Linguaggio Macchina, Sardiniaweb e Sardus Sapiens - in collaborazione con l'Open Campus di Tiscali che ha sposato subito l'idea e che ospita il primo appuntamento sabato 15 (nel corso dell'anno verranno organizzati altri incontri, ciascuno rivolto a una specifica fascia d'età).
Sabato tocca ai partecipanti tra gli 11 e i 13 anni che, dalle 15,30 alle 17,30. Dojo, parola giapponese che in Occidente viene usato per indicare una scuola di arti marziali, diventa il luogo per gli adolescenti che possono abbracciare una nuova rigorosa disciplina. Fu un giovane irlandese di Cork, James Whelton, celebre per aver hackerato il suo iPod nano, a desiderare un club di appassionati di computer nella sua scuola superiore. Grazie a lui e al co-fondatore di Xing, Bill Liao, i Coder Dojo si sono diffusi nel mondo. Perfetto che la Sardegna sia attiva nel 2014, anno della campagna del linguaggio di programmazione. Saranno sei i mentor che seguiranno gli allievi: le animatrici tecnologiche Mariangela Argiolas e Raffaelangela Pani, l'informatico Pier Giuliano Nioi e i divulgatori scientifici Manuel Floris, Andrea Serra e Andrea Mameli.
Quest'ultimo ha promosso e avviato l'iniziativa. «Desideravo far scoprire ai miei figli cosa si cela dietro i videogiochi perché capirlo significa essere più consapevoli», spiega.
Ma c'è un'altra motivazione: «L'idea di far giocare i bambini con la programmazione è geniale perché li mette nelle condizioni di smitizzare la tecnologia facendoli diventare fruitori attivi. Alcuni di loro diventeranno anche programmatori? Non importa, l'importante è che capiscano cosa c'è dentro». Gli attrezzi per la palestra sono pochi: un portatile o un tablet dove sia installato il programma didattico Scratch, una merenda e tanta voglia di giocare. Ai papà o alle mamme che devono accompagnarli si chiede di stare nelle vicinanze per la durata dell'evento (info e iscrizioni sul blog coderdojocagliari.blogspot.it). Inoltre, secondo la filosofia del Coder Dojo che prevede la libera circolazione dei risultati e delle immagini degli eventi, al genitore viene chiesto di firmare una liberatoria per la diffusione di foto e video.
E non è tutto. In programma anche un seminario per genitori intitolato “Ragazzi e apprendimento informale mediante BYOD e social”. A condurlo sarà Anna Rita Vizzari, esperta di uso delle tecnologie informatiche con i ragazzi della scuola media e autrice di manuali Erickson di didattica multimediale, che farà intervenire alcune alunne delle scuole medie di Sestu per una breve dimostrazione pratica. L'incontro dalle modalità ludiche consente ai giovanissimi di avere le basi per creare, appunto, un gioco. Guidati passo a passo realizzeranno una semplice animazione. E dopo la pausa merenda, i bambini sono liberi di personalizzare il loro gioco oppure di crearne uno nuovo basato su quanto imparato.
Questione di allenamento e risate.

Manuela Vacca